”IL PINCO” VELIERO DEI GENOVESI DI GIOVANNI PANELLA (EDIZIONI GMT, 2008)
La serie dedicata alle imbarcazioni della nostra regione, dopo “Leudi di Liguria “ e “Gozzi diLiguria”, prende in esame “Il pinco, veliero dei Genovesi”. Si tratta di un “veliero per i tempi difficili”, che fu adottato in modo massiccio dagli armatori liguri in uno dei periodi più travagliati della loro storia, in anni scanditi dal declino economico della Repubblica e da una serie di disastri: é del 1684 il terribile bombardamento incendiario su Genova da parte della flotta di Luigi XIV; il 1747 vede l’occupazione austriaca; il 1768 segna la perdita definitiva della Corsica. Infine, con la caduta della Repubblica nel 1797, si apre una fase di aspri conflitti che terminerà solo nel 1815, quando Genova sarà assegnata al Regno di Sardegna. Questo lungo periodo di difficoltà spiega la scelta di un veliero dalla gestione economica, che si adattava ai traffici mediterranei e che con le sue vele latine e il suo armamento permetteva di contrastare, in qualche modo, il pericolo sempre presente dei pirati barbareschi. Il pinco impersona poi la continuità tra la navigazione antica e quella moderna: l’immagine arcaica di questo legno è data delle sue enormi vele latine che, ancora a metà dell’Ottocento, gli davano l’aspetto di un veliero medievale. A partire dal Rinascimento, uno dei fattori che influenzarono la navigazione mediterranea, fu la minaccia dei corsari barbareschi. Le loro incursioni si ripetevano anno dopo anno, decennio dopo decennio, per diversi secoli. Il valore economico delle razzie era dato dalle merci e dalle navi predate ma sopratutto dalla cattura di uomini e donne, che in quel momento cambiavano drammaticamente la loro condizione in quella di schiavi. Dopo le guerre napoleoniche, la presenza del pinco in Mediterraneo diminuì gradualmente, per il venir meno della sua “ragion d’essere”, la minaccia dei barbareschi: questa terminò nel 1830, quando la Francia si impadronì della costiera algerina. |