"ISLABONITA"
DI NICO ORENGO
EINAUDI, 2009
Gli autori liguri, siano poeti o romanzieri, hanno una capacità speciale di raccontare il paesaggio nelle loro pagine.
Un noir amaro e lieve come certi film in bianco e nero. La piccola storia favolosa di un frammento d’Italia, paese di Riviera,
sensibile alle malie del fascismo ma con la tempra anarchica di un entroterra «di parole rare ma sicure».
Islabonita è il soprannome di Fatima, che non parla mai e scruta il destino dentro una sfera.
Poi c’è Michel che dice di essere un marinaio marsigliese e non si stanca d’inseguire un suo «sogno verticale». Una regina che ama i tirabaci, un profondo mistero alla corte in esilio di Maometto VI, e un’anguilla che cerca sempre di risalire la corrente.
In questo intrigo internazionale pieno di passioni, trame massoniche e segreti, «nessuno è mai quello che è, lo voglia o no». Persino i garofani di Umberto sembrano fare brutti scherzi: sono venuti su inspiegabilmente neri, e lui li ha subito battezzati «garofani Mussolini». Un noir amaro e lieve come certi film in bianco e nero. La Riviera luccicante degli anni Venti, tra i balli e il casinò, le spiagge e i campi da golf, è lo scenario di questa storia in cui cospirazioni di corte, trame massoniche e manovre dei Servizi segreti sospingono i destini dei personaggi in un gioco che può rivelarsi mortale.
È a Sanremo infatti che soggiorna Maometto VI, sultano in esilio.
E poco distante, a Bordighera, ha la sua dimora la regina madre Margherita di Savoia.
Ma quando il medico del sultano muore in circostanze misteriose, Fatima viene fatta fuggire dalla corte perché
ha visto qualcosa che non doveva vedere. Sotto una copertura insospettabile si nasconde a
Isolabona, paesino dell’entroterra ligure che «crede nella Madonna e nel silenzio».
Nico Orengo ci regala un romanzo lieve, ironico e avvincente, che gioca con un immaginario favoloso, fatto di sultani
in esilio e frivole regine, atmosfere dense d’intrighi e dive degne del cinema muto, unendo la storia concreta
di una terra amata e vissuta con l’atmosfera mitica della sua natura feroce ma ridente.