"Leggende e racconti popolari della Liguria"
di Guido Ferraro
Newton Compton Editore
Storie di streghe e fantasmi, leggende di poveri pescatori e ricchi mercanti, racconti di amori disperati
e di epiche battaglie contro i turchi: alla riscoperta di un patrimonio dimenticato di credenze e tradizioni antichissime
Gente difficile, quella ligure, riservata e diffidente, tanto da essersi attirata accuse proverbiali di rusticità. Ce la rappresentiamo chiusa in un suo tipico, interminabile mugugno, attaccata alle piccole cose concrete, serrata gelosamente nel borgo natio. Ma poi ci viene in mente che sono gli stessi liguri che hanno girato il mondo e scoperto il Nuovo Continente, intessendo commerci coi popoli più diversi… e magari che sono stati loro gli inventori della pastasciutta. Ma i liguri queste cose non le dicono: se parlano di sé è solo per ricordare i propri difetti. E lo stesso accade per il loro folklore: molti, anzi, credono che di fiabe e leggende liguri non ne esistano quasi, considerandole del tutto estranee a gente così pratica e di poche parole. Questo volume sta a dimostrare il contrario, rendendo giustizia a un patrimonio di tradizioni per troppo tempo ignorato. Questi testi popolari ci rendono al vivo lo spirito schietto e tagliente con cui da sempre questi uomini scabri e arguti sono abituati ad affrontare l’ambiente difficile che li circonda. Rivivono in questi racconti i piccoli borghi arroccati sui monti dell’entroterra e i paesini nascosti nel grembo delle insenature marine, le preoccupazioni e le speranze che un tempo ne riempivano i giorni, i fantasmi inquieti che ne animavano le notti. Al di là di ogni facile suggestione, rivive il senso di una collettività che nelle espressioni della sua cultura si è sforzata di elaborare e di rappresentarsi insieme, pur senza mai confonderli, l’universo quotidiano e il mondo dei sogni.
Guido Ferraro insegna Semiotica del testo all’Università di Torino e Semiotica allo IULM di Milano. Tra le sue opere: Il linguaggio del mito (1979, ripubblicato da Meltemi nel 2001), Percorsi virtuali nella formazione d’immagine (1993). Per Meltemi ha curato L’emporio dei segni (1998) e ha scritto La pubblicità nell'era di internet (1999), con Isabella Brugo, C. Schiavon e M. Tartari, Al sangue o ben cotto (1998) e, ancora con Isabella Brugo, Comunque umani (2008).