"Scultura genovese in legno policromo"
dal secondo Cinquecento al Settecento
di Daniele Sanguineti
Allemandi & C.
La scultura in legno policromo genovese non è mai stata oggetto di una monografia unitaria, per quanto, dal secondo Cinquecento fino a tutto il XVIII secolo, rappresentasse una delle tipologie artistiche più diffuse e richieste. L'apice di questa tradizione, che ha prodotto gruppi d'altare, crocifissi, apparati d'arredo e soprattutto "casse" processionali, vedrà sortire le grandi figure di Filippo Parodi e di Anton Maria Maragliano. Entrambi rinnovarono, in chiave barocca e berniniana, la grande statuaria a Genova, raggiungendo clamorosi risultati, in netto anticipo rispetto ad altre realtà regionali. Nel corso del Settecento la scuola maraglianesca, ottenne un monopolio produttivo che giunse fin quasi alla fine del secolo, con l'apertura dell'Accademia Ligustica (1751) che tentò di imporre nuovi dettami di compostezza formale. Il volume dovrebbe comprendere, prima del capitolo finale in cui è affrontata, bottega dopo bottega, la storia della statuaria in legno genovese, una serie di approfondimenti nei quali si dà conto della metodologia utilizzata, della fortuna critica, del ruolo sociale dell'artista, dei contratti notarili e delle fasi connesse alla progettazione e alla tecnica esecutiva, sia per ciò che riguarda la lavorazione del legno sia per la finale stesura della veste policroma ad opera di artigiani specializzati.